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"NESSUNO SI SALVA DA SOLO" di Margaret Mazzantini ed. Mondadori
Nessuno si salva da solo, ma tutto il libro sembra confermare che non ci si salva neanche “insieme”, e si è sempre soli. Soli, perché in fondo “l’altro” lo si percepisce come un intruso. Il libro racconta l’evolversi di una crisi di coppia, in questo caso si chiamano Delia e Gaetano, ma potrebbero chiamarsi anche Mirco e Giorgia. Rappresentano tutte le coppie, giovani e no, che vivono un disagio familiare e sociale, che sembra inevitabile. La Mazzantini non ci parla del loro passato, sono solo due giovani come tanti, con genitori come tanti, con le aspirazioni di molti e le aspettative di tutti. Tutto perfettamente normale, eppure, niente sembra andare in modo normale, e tutto sembra maledettamente strano. Noi li conosciamo nel momento di separazione. Hanno circa 35-37 anni, e senza rendersene conto, hanno visto finire il loro amore tra le mura domestiche. Hanno capito che non sopportavano più niente l’uno dell’altra, che da tempo era iniziata una guerra tra loro, senza però capire come fossero arrivati a quel punto. E adesso dovevano proprio ammetterlo, la loro storia era finita. Giorno dopo giorno la comprensione reciproca era sparita, e nessuno riusciva più ad ascoltare l'altro. Nessuno dei due potrebbe dire in quale momento hanno cominciato ad alzare quel muro tra loro, sanno solo che ad un certo punto quel muro era diventato alto, invalicabile, e li aveva divisi per sempre. Inutile elencare tutto quello che aveva contribuito a impoverire e distruggere il loro rapporto. I comportamenti sbagliati di lui, le parole non dette di lei, le attese deluse di lui, il trascurare il loro rapporto dopo la nascita dei figli di lei, il gettarsi sul lavoro, trascurando anche i figli, di lui. Tutto ha portato a lasciare andare in rovina il loro rapporto, e a perdersi nel progetto di vita insieme. Delia e Gaetano, e i tanti pensieri che girano nella loro testa, le tante sensazioni passate che affiorano dai loro cuori, e poi c’è il ricordo di quell’amore provato l’una per l’altro. Un amore che adesso si vuole ostinatamente pensare finito, perché altrimenti si dovrebbe tornare indietro, ricadere nell’abitudine della loro vita insieme, negli errori reciproci. E questo, dopo aver detto basta, nessuno lo vuole più. Alla fine di una storia restano solo i cocci, inutile incollare pezzo per pezzo, si ricostruirebbe solo un vaso fragile, troppo delicato per poter affrontare una vita complicata insieme, soprattutto con due bambini piccoli: Cosmo e Nico.
La scelta narrativa della Mazzantini, è un po’ confusa, credo, volutamente confusa. Non ci specifica mai un prima e un dopo degli avvenimenti, mischia il presente al passato, tralasciando di avvertirci dell’attimo che ci sta raccontando. Lascia che sia l’intuizione e la capacità del lettore a ricostruire dalle sue parole, e da quei piccoli fatti, una giusta collocazione temporale. Se all’inizio può confondere, poi permette a chi legge di costruirsi una trama personale. Non è difficile farlo, perché ognuno di noi ha pensato o detto qualcosa di simile almeno una volta nella vita. Come dicevo prima, la trama è confusa, come confusi sono in genere i rapporti di coppia, e come sia difficile stare insieme, e allo stesso modo sia difficile anche lasciarsi. E’ il vivere insieme difficile. Quello che sicuramente non ho apprezzato è il linguaggio che usa la scrittrice, troppo scurrile, e a volte veramente fuori luogo. Forse lo fa per avvicinarsi di più ad un lettore giovane, ma non credo che l’operazione “giovanilista” sia ben riuscita. Troppo spesso usa espressioni molto forti, volgari e inutili. Non arricchiscono il racconto, anzi, lo impoveriscono portandolo ad una quotidianità esasperata. Non so se mi è piaciuto o meno, diciamo che non l’ho letto con piacere, molte volte avrei voluto cancellarlo, poi sono andata avanti, soprattutto perché se si inizia un “lavoro” è giusto finirlo. Ogni libro, in fondo, val sempre la pena di essere letto, anche se per esprimere un parere contrario.
Nel libro c’è la citazione di un famoso uomo politico molto chiacchierato, proprietario della casa Editrice Mondadori. Ho trovato la cosa disgustosa. Mettere un personaggio vivente in un contesto “inventato” è di cattivo gusto. Sono citate anche delle marche di gelato. Non so se anche questo fa parte dei “ringraziamenti” che la Mazzantini fa a chi ha contribuito alla pubblicazione di questo libro. Sarebbe stato sicuramente più di buon gusto farlo fuori dal contesto narrativo.
Provate a leggerlo, poi ne parliamo ancora. In fondo parla d’amore, e di quanto sia difficile proteggerlo nella vita di ogni giorno.
Edited by volo83 - 30/3/2012, 15:21
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